Povero cuore solo

L'estate è la stagione della solitudine, dell'abbandono. Non pensate alle spiaggie piene ed alla voglia che avreste di essere da soli magari con un bicchiere di vino bianco davanti ad uno spettacolare tramonto invece di essere costretti a condividerlo con una folla maleducata. Pensate a tutti coloro che sono rimasti soli o lasciati da soli nei loro appartamenti al quato piano o nelle case di cura o peggio negli ospedali. Fatevi un giro nei reparti di medicina nella settimana di ferragosto e vi farete un'idea di quello che vi sto dicendo. Pensate anche a voi stessi costretti a lavorare in città svuotate di famiglia ed amici. La solitudine non fa per niente bene ed ovviamente non solo quella stagionale. Pensate a chi per diversi motivi non è circondato da una forte rete sociale, a chi deve cavarsela sempre da solo e non sa con chi condividere il bene ed il male. Negli ultimi anni molti studi hanno confermato un nesso tra la solitudine ed il "mal di cuore", l'aumento dei fattori di rischio e la riduzione dell'attesa di vità per problemi cardiovascolari. I motivi principali sono la riduzione delle difese immunitarie e la scarsa volontà di prendersi cura di se stessi. Intendiamoci bene, per solitudine non intendo necessariamente dire chi vive da solo magari per una propria scelta ma chi non ha mai nessuno a cui dire "Buongiorno". A dimostrare ciò ci sono molti studi sulla longevità che hanno mostrato quanto meglio si viva nei piccoli centri urbani, nei borghi dove la socialità è un vero e proprio punto di forza. Allora non vi resta altro da fare che chiudere quanto prima il vostro cellulare o tablet e bussare alla porta del vicino o scendere di casa o in mancanza d'altro leggere un buon libro che in qualche modo fa comunque compagnia.


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