FRUTTA E VERDURE, COME CONSERVARLE.
Come vi ho ripetuto più volte, fino alla noia, il consumo quotidiano di verdura e frutta è fondamentale per la nostra salute. Secondo le direttive anti-Covid però la spesa, ad oggi, andrebbe fatta 1-2 volte a settimana (non di più..): come fare, allora, a conservarle al meglio? E dove, in frigo o in dispensa?
Facciamo finta di essere appena rientrati a casa dal nostro negozietto di primizie bio o dal supermercato, che ci facciamo di tutta questa verdura, cosa dobbiamo fare per salvaguardarne freschezza e proprietà nutritive?
Premesso che, come tutti sanno, per inibire il deterioramento bisogna evitare di esporre frutta e verdura alla luce diretta del sole, ecco pochi ma fondamentali consigli: una volta fatta la spesa differenziamo la verdura in base alle tipologie: cavoli, bietole e
broccoli sono verdure robuste dalle fibre non troppo fragili, anche se
vengono tagliate (il che di solito altera la struttura della verdura)
non si guastano velocemente. Le erbe a foglie morbide e delicate invece è
meglio lavarle e tagliarle al momento. Rimuoviamo elastici o spaghi dai
prodotti per non danneggiarli e permettere una circolazione omogenea della linfa. Tagliamo i ciuffi erbacei da ravanelli, carote, barbabietole e rape che assorbono umidità facendo perdere sapore e tonicità. Una volta lavate poi assicuriamoci sempre di asciugarle bene. Con foglie di lattuga, prezzemolo, coriandolo, spinaci e simili utilizziamo prima uno scola-insalata e poi li riponiamo in frigo avvolti in della carta assorbente, da ricambiare ogni due, tre giorni. Per mantenere i colori vivaci e le fibre fresche utilizziamo sacchetti di carta bucherellati.
Infatti in un ambiente né troppo umido né asciutto (come il frigo) le
verdure continueranno a rilasciare acqua e vapori e c'è il rischio che
l’umidità rimanga intrappolata. Lo scola-insalata è uno strumento ideale per conservare in frigorifero lattughe e foglie delicate, fino
ad una settimana, perché il supporto interno forato solleva la verdura
dal fondo del contenitore dove solitamente si accumula l’acqua
rilasciata. Se invece utilizzate dei contenitori in plastica, foderateli con carta assorbente.
All’interno del frigorifero la temperatura non è uguale dappertutto! Ogni scomparto ha una temperatura diversa, se anche la impostiamo, diciamo, a 4°C, si tratta sempre della temperatura media. Nei cassetti in basso di solito è intorno ai 10 °C ed è maggiore l'umidità, quindi più adatti a frutta e verdura, ma anche per riporre broccoli, cavolfiori, sedano, fagioli verdi e verdure a foglia. Invece nei ripiani bassi e nei pressi delle pareti dove le temperature sono più basse, si consiglia di mettere cetrioli, peperoni e zucchine.
Lasciate spazio ai prodotti cercando sempre, se possibile, di dividere la frutta dalla verdura mettendole in contenitori differenti, ma anche in scompartimenti separati. Gran parte della frutta è climaterica, rilascia cioè gas etilenico
che assicura il processo di maturazione anche dopo la raccolta. Questo
prodotto vegetale gassoso può deteriorare però i tessuti dei prodotti
vicini.
Vediamo ora di capire quali prodotti dell’orto è meglio consere in frigorifero e quali riporre in dispensa.
Frutta e verdura da conservare in frigorifero:
- pochi giorni: anguria tagliata, asparagi, basilico, frutta tropicale tagliata/matura
- fino a 1 settimana: asparagi, cetrioli, ciliegie, fagiolini, fragole, insalata (lattuga, rucola…), legumi sgranati, melanzane, prezzemolo, uva, zucca tagliata
- fino a 10-15 giorni: banane mature, sedano, zucchine
- fino a 2-3 settimane: anguria intera, broccoli e cavolfiori, carciofi, finocchi, legumi in baccello, peperoni, pomodori (durata maggiore), verdure a foglia (bietola, spinaci…)
- fino a 1 mese: agrumi (più sodi, più amari), carote (e altre radici: barbabietole, ravanelli…), cavolo cappuccio e cavolo verza, porri e cipollotti
- fino a 1-3 settimane: anguria intera, pesche, pomodori (sapore e consistenza migliori) prugne,
- fino a 4-6 settimane: agrumi (meno sodi, più dolci), banane acerbe, castagne, finocchi, frutta tropicale (ananas, mango, papaya…), pere
- fino a 2-3 mesi: cipolle e scalogno, mele, zucca intera
- fino a 3-6 mesi: aglio, legumi secchi, patate
Pomodori: ebbene sì, spesso è meglio lasciare i pomodori fuori dal frigorifero. Le basse temperature infatti ne allungano la durata ma possono far perdere consistenza all’ortaggio, assieme al sapore e al colore. Meglio lasciarli in un sacchetto di carta bene chiuso su un mobile.
Patate: niente frigo per questo tubero, i cui componenti nutrizionali possono essere danneggiati da una prolungata permanenza a basse temperature, meglio optare per luogo fresco e al buio più completo. La cantina, meglio se non eccessivamente umida, è il posto ideale.
Mele e pere: in questo caso il freddo non danneggia i frutti, ma non aiuta nemmeno particolarmente la loro conservazione. Se preferite mangiarle fresche però procedete pure. Meglio comunque secondo me tenerle fuori dal frigo non troppo ammassate tra loro.
Pesche e prugne: in questo caso tenete presente che una bassa temperatura influenza negativamente la maturazione dei frutti. Se avete pesche o prugne poco mature meglio optare per lo scaffale. Se invece sono arrivate al giusto grado di maturazione potete concedere loro un po’ di fresco.
Melone: ultimo ma non ultimo il melone, un frutto a cui il fresco non giova particolarmente, anzi, tende a rovinarne la consistenza. Meglio conservarlo a temperatura ambiente.
Fragole: per ritardarne il deterioramento, immergetele in una soluzione con 10 parti di acqua e 1 parte di aceto.
Patate: esposte alla luce rischiano di diventare verdi e amare, la temperatura di conservazione ideale è tra i 6 e gli 10°C, quindi potete conservarle in una fresca dispensa o coperte con un panno purché lontane dalle cipolle e da frutta che produce etilene (come banane, mele e pesche), che ne causerebbero la germogliazione. Conservandole vicino alle mele, invece, ne allungherete la durata.
In linea di massima, se i prodotti acquistati (o raccolti) sono già maturi, potete conservarli in frigorifero, altrimenti lasciateli a temperatura ambiente in modo che abbiano la possibilità di arrivare a maturazione.
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