Jet Lag quanto mi costi..
In una regione del cervello, l’ipotalamo, abbiamo un orologio che regola
 il ritmo circadiano (un 
ciclo di circa 24 ore) rispondendo a segnali esterni come la 
luce, che vuol dire veglia ed il buio, che corrisponde al sonno. Ma quando
 si viaggia attraversando più fusi orari le cellule pacemaker che 
oscillano regolarmente nelle loro attività non riescono ad adattarsi 
velocemente al nuovo fuso, sconvolgendo il ritmo sonno-veglia per 
qualche giorno. E così si soffre di jet lag o "fatica da viaggio". La sintomatologia di questo malessere è caratterizzata da disturbi del sonno consistenti in insonnia, sonnolenza diurna e sintomi quali mal di testa, difficoltà di concentrazione, nausea, inappetenza e un generale stato di stanchezza ma anche (se si protrae il periodo di jet lag come ad esempio in chi lavora di notte) da un aumento del peso corporeo, alterazioni del metabolismo (soprattutto nelle donne) ed aumento dei valori pressori. L’intensità della sindrome da jet lag dipende dal 
numero di fusi che si attraversano ma, a parità di questi, da varie 
caratteristiche individuali quali l’età, la durata media abituale del 
sonno notturno e il cosiddetto cronotipo, ovvero la più o meno spiccata 
tendenza di un individuo ad essere serotino (“gufo”) o mattiniero 
(“allodola”). Problema risolvibile, certo. Soprattutto se legato ad un breve viaggio di piacere, visto che poi si tornerà alla normalità. Peggio invece quando il jet lag è legato ad un lavoro che costringe a viaggiare di continuo attraverso più fusi orari oppure a lavorare su turni alternati (sia diurni che notturni). In questi casi infatti si va incontro a un aumento del 24% del rischio di sviluppare ipertensione arteriosa ed una malattia coronarica. In tutti i casi saranno necessarie misure preventive legate soprattutto alla qualità del sonno assumendo magari regolarmente Melatonina e regolarizzando oltre a quello del sonno anche il ritmo alimentare e di esercizio fisico.



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